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Comunicazione politica e AI: opportunità e vantaggi in campagna elettorale

In questo articolo affrontiamo un argomento di grandissima attualità: il rapporto tra comunicazione politica e AI, o, più in generale, tra politica e strumenti di Intelligenza Artificiale. 

Il titolo del post è volutamente provocatorio: abbiamo, infatti, voluto suggerire fin dall’inizio come l’adozione dell’AI in campagna elettorale possa rappresentare un’opportunità – e non soltanto una minaccia, come da più parti invocato – non solo per i candidati, ma anche e soprattutto per gli elettori.

Prima di andare avanti nella trattazione e mostrarti come l’utilizzo degli strumenti di Intelligenza Artificiale, noti anche come “machine learning”, possa favorire un miglioramento delle strategie di campagna elettorale, attraverso, soprattutto, una conoscenza più puntuale e profonda di “bisogni” e “comportamenti” degli elettori, vediamo di capire bene cosa sia l’Intelligenza Artificiale.

Questa può essere definita come una tecnologia basata sull’utilizzo di algoritmi che permettono di analizzare, in pochissimo tempo e con un grado di accuratezza davvero elevato, una grande quantità di dati messi a disposizione da diversi tipi di fonti: dati elettorali, dati anagrafici, rilevazioni statistiche, pubblicazioni, dati provenienti dalla rete e così via.

Lo scopo principale di questa analisi è quello di individuare schemi o modelli ricorrenti per poter fare delle previsioni. In altre parole, si tratta di identificare regolarità, somiglianze o strutture ripetute che possono aiutare a comprendere meglio un fenomeno: un po’ quello che fino ad ora era richiesto ai sondaggi di opinione e focus group, ma con un grado di accuratezza superiore!

Tuttavia, la funzione dell’AI non è soltanto questa. Gli stessi algoritmi utilizzati a scopo predittivo possono, infatti, essere impiegati per automatizzare attività umane complesse, migliorando l’efficienza e la precisione in numerosi campi, come, ad esempio, accade in ambito medico e sanitario. 

Vi sono, poi, anche degli impieghi non virtuosi dell’AI, legati principalmente al rischio di utilizzo a scopo manipolatorio delle informazioni ottenute attraverso gli algoritmi di profilazione. 

In questo articolo, come anticipato, cercheremo di fornire un quadro ottimistico dell’argomento, parlando soprattutto di opportunità e vantaggi dell’adozione dell’AI nella sfera della comunicazione politica, non dimenticando, però, che esiste anche un deriva “negativa” su cui è necessario che politici  e legislatori intervengano.

Detto questo, possiamo andare avanti a vedere quali sono le principali aree di applicazione dell’AI in campagna elettorale. Qualora, invece, preferissi ricevere supporto diretto sul tema, contattaci!

Aree di applicazione dell’AI in campagna elettorale

Come può essere utilizzata l’Intelligenza Artificiale per ottimizzare una campagna elettorale? Iniziamo subito col dire che questa non è la domanda giusta. Infatti, sarebbe più corretto chiedersi: “come vengono utilizzati gli strumenti di AI dai candidati alle elezioni”? Il futuro, infatti, è già qui!

Non è un mistero, ad esempio, l’ampio ricorso a questo tipo di strumenti fatto dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Nel 2024, l’allora candidato repubblicano alla Casa Bianca non solo ha utilizzato più volte l’Intelligenza Artificiale Generativa, arrivando perfino a simulare un endorsement politico a proprio vantaggio da parte della cantante Taylor Swift, ma, fin dalla campagna elettorale del 2016, ha sfruttato informazioni ottenute grazie all’utilizzo degli algoritmi per creare messaggi specifici indirizzati, soprattutto, a elettori indecisi delle aree rurali e delle periferie al fine di ottenere il loro consenso.

Lo stesso è avvenuto e sta avvenendo anche in Italia, anche se con più timidi passi. In base all’analisi svolta del Prof. Riccardo Piroddi nel saggio “La comunicazione politica nell’era delle nuove tecnologie e dell’AI” (2024 – Eurilink University Press) la gran parte dei nostri partiti politici, dal Movimento  5 Stelle a Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Lega, è oggi in grado di sfruttare le tecnologie di AI “per analizzare i dati degli elettori e segmentare la popolazione in base a vari criteri demografici e comportamentali”, “analizzare il sentiment degli elettori sui social media” e “capire le loro preoccupazioni in tempo”.

Ma non è tutto. Sempre secondo quanto riferisce Piroddi, “durante la scorsa campagna elettorale per le elezioni politiche, il Partito Democratico ha introdotto un chatbot, basato sull’AI, sul proprio sito web e su piattaforme di messaggistica come Messenger. Questo strumento rispondeva a domande frequenti degli elettori, provvedendo informazioni sui candidati, sulle posizioni politiche e sui programmi elettorali.

La Lega ha sperimentato l’uso di assistenti virtuali per raccogliere feedback dagli elettori durante gli eventi di campagna e sui social media. Questi assistenti hanno permesso di raccogliere dati preziosi sulle opinioni degli elettori in tempo reale.

Forza Italia ha utilizzato l’AI per automatizzare l’acquisto di spazi pubblicitari online, ottimizzando la distribuzione degli annunci in base al comportamento degli utenti, strategia che ha aumentato l’efficacia delle campagne pubblicitarie, raggiungendo gli elettori giusti al momento giusto”.

Inoltre:

Durante le campagne, diversi partiti hanno impiegato l’AI per analizzare i dati di apertura delle e-mail, potendo, così, inviare e-mail personalizzate con messaggi specifici.

Il Movimento 5 Stelle ha utilizzato strumenti di monitoraggio basati sull’AI per analizzare le menzioni sui media e sui social media, identificando rapidamente le notizie negative e potendo rispondere in modo tempestivo e mirato”.

Da questa interessante quanto unica trattazione (sono, infatti, ancora pochissime le pubblicazioni riguardanti il binomio “comunicazione politica e AI” soprattutto in Italia), si rafforza la nostra convinzione circa quanto l’Intelligenza Artificiale possa costituire una grande opportunità per candidati, liste e partiti soprattutto durante la campagna elettorale.

Le sue applicazioni, come già abbiamo potuto constatare, sono davvero tante e di vario genere. Nei prossimi paragrafi tentiamo di raccoglierle tutte, suddividendole, per fini pratici, in base alle diverse “fasi” di una campagna elettorale.

#Fase 1 di analisi preliminare e profilazione degli elettori

In questa fase che noi, generalmente, chiamiamo di “ascolto” del proprio elettorato, ed è finalizzata, soprattutto, alla definizione di un più efficace programma elettorale, gli strumenti di Intelligenza Artificiale si rivelano un alleato particolarmente prezioso soprattutto nelle seguenti aree:

Analisi dei dati elettorali e profilazione dell’elettorato

Gli algoritmi di AI sono in grado di analizzare i dati delle precedenti consultazioni e quelli provenienti da sondaggi, incrociandoli con dati demografici, comportamentali e psicografici, al fine di creare profili dettagliati degli elettori per comprendere preferenze, tendenze e abitudini di voto.

Individuazione di correlazioni “nascoste” tra i dati

Il machine learning può contribuire ad individuare correlazioni tra i dati difficili da rilevare manualmente, offrendo insights relativi alle preferenze e ai comportamenti dei propri elettori molto più approfonditi ed accurati

Monitoraggio dell’opinione pubblica e identificazione di temi emergenti

L’AI consente di analizzare approfonditamente social media, forum, news e, in generale, tutto quello che c’è nella rete per valutare il sentiment su temi e candidati.

Questo studio approfondito delle conversazioni online può anche permettere ai candidati di anticipare argomenti che stanno a cuore al proprio elettorato e stilare così programmi molto più aderenti alle reali preoccupazioni degli elettori.

#Fase 2 di pianificazione della strategia

È la fase che immediatamente segue lo stadio di analisi e si concretizza con l’ annuncio della discesa in campo del candidato e la presentazione del programma e della lista. Vede anche il coinvolgimento di più attori, quali ad esempio il comitato elettorale e l’ufficio stampa

L’Intelligenza Artificiale, in questo caso, può essere utile nei seguenti campi:

Identificazione di aree critiche nel proprio elettorato

L’AI permette di elaborare dati storici e sondaggi per individuare aree del proprio elettorato che potrebbero passare dalla parte avversa o non andare a votare (i così detti elettori “indecisi”).

Personalizzazione dei contenuti programmatici e dei messaggi 

Grazie sia alla profilazione che alla identificazione di aree critiche nel proprio elettorato, i candidati possono mettere a punto contenuti programmatici  e messaggi specifici indirizzati a segmenti particolari del proprio elettorato (micro-targeting), ai fini di un incremento del coinvolgimento e, naturalmente, del consenso.

Ottimizzazione delle risorse

I sofisticati strumenti di AI possono anche contribuire a una migliore gestione del budget e delle risorse di una campagna, massimizzando ad esempio l’efficacia degli investimenti sulle principali piattaforme pubblicitarie (motori di ricerca e social media).

#Fase 3 di comunicazione e interazione

Una volta pianificata la strategia e individuato il programma, sarà necessario passare alla parte operativa di una campagna politica, vale a dire quella relativa alla comunicazione e interazione coi cittadini. Anche qui gli algoritmi possono rivelarsi un’utile spalla. 

Ecco alcune delle attività che possono essere introdotte grazie all’utilizzo dell’AI:

Invio di e-mail periodiche con contenuti personalizzati

Attraverso algoritmi di machine learning, l’AI può segmentare l’elettorato in gruppi con interessi specifici e generare contenuti che rispondono a queste preferenze. 

Inoltre, l’AI può ottimizzare i tempi di invio delle e-mail per massimizzare l’apertura e l’engagement. In questo modo, i messaggi risultano più rilevanti e coinvolgenti, aumentando la probabilità di influenzare le opinioni e le decisioni degli elettori.

Chatbot per interazione diretta con gli elettori

Un “chatbot” basato sull’AI può interagire con gli elettori in tempo reale, rispondendo a domande su programmi e posizioni dei candidati, fornendo informazioni utili e raccogliendo feedback. 

Questa interazione diretta rende le campagne più accessibili e crea un canale di comunicazione immediato e personalizzato. Inoltre, i “chatbot” possono supportare un numero elevato di richieste simultaneamente, migliorando il coinvolgimento degli elettori e costruendo una relazione più vicina e trasparente con il pubblico.

Automazione dell’acquisto di spazi pubblicitari

L’AI è anche in grado di ottimizzare la distribuzione degli annunci in base al comportamento e interessi degli utenti, riducendo così ulteriormente i costi pubblicitari.

#Fase 3 di gestione dell’immagine del candidato e risoluzione della crisi

Una crisi in comunicazione per un candidato alle elezioni o per un politico si verifica quando un evento grave e imprevedibile genera una situazione difficile da gestire e controllare. 

Questo tipo di crisi può essere scatenato da dichiarazioni, azioni o episodi che coinvolgono direttamente il politico, come scandali, accuse di corruzione o conflitti con gruppi di interesse, associazioni o sindacati. Tuttavia, può anche derivare da eventi esterni, come disastri naturali, attacchi, sabotaggi, epidemie o attentati. 

Anche se la crisi non è direttamente legata alle sue azioni, il politico avrà l’obbligo di intervenire pubblicamente per tutelare gli interessi della comunità che rappresenta, mostrando leadership e rassicurando il pubblico.

Cosa può fare, in questo caso, l’AI per assicurare una migliore gestione dell’immagine del candidato? Ecco alcuni spunti:

Monitoraggio in tempo reale della reputazione

L’AI rileva menzioni e notizie su candidati o partiti, permettendo risposte rapide a eventuali notizie negative o attacchi. 

Grazie a questa capacità di reazione veloce, l’analisi dei dati condotta dagli algoritmi permette di intervenire con dichiarazioni, chiarimenti o strategie correttive, riducendo l’impatto di eventuali crisi. 

Inoltre, il monitoraggio continuo consente di capire come le iniziative del candidato vengono percepite dall’elettorato, favorendo un adattamento immediato della comunicazione per mantenere un consenso positivo.

Risposta rapida a cambiamenti nell’opinione pubblica

L’uso dell’AI permette al team del candidato di monitorare costantemente il sentiment degli elettori e reagire subito a qualsiasi polemica o evento critico. In caso di polemiche o critiche emergenti, il team può intervenire tempestivamente per mitigare danni all’immagine del candidato, rispondendo con dichiarazioni strategiche, campagne mirate o chiarimenti che affrontino direttamente le preoccupazioni degli elettori.

Inoltre, l’AI consente di identificare le fonti e i canali principali attraverso cui si diffondono tali polemiche, permettendo al team di scegliere il mezzo di comunicazione più efficace per rispondere e raggiungere gli elettori interessati. 

Questo approccio non solo riduce l’impatto delle critiche, ma permette anche di adattare la strategia comunicativa in tempo reale, trasformando una potenziale crisi in un’opportunità per dimostrare trasparenza, reattività e attenzione ai bisogni dell’elettorato.

Migliore rapporto con gli elettori e supporto nel processo decisionale grazie all’AI

Un aspetto che salta subito agli occhi è come, per effetto dell’AI, una campagna elettorale perda ogni caratteristica di staticità, trasformandosi in un insieme di attività reattive e dinamiche, soggette a un processo di ottimizzazione e adattamento continuo.

Questo è possibile soprattutto perché, a differenza dei sondaggi di opinione, l’incrocio dei dati e l’analisi del sentiment condotto tramite gli algoritmi permette di avere un feedback immediato e sempre aggiornato di ciò che pensano gli elettori.

Il risultato di tutto ciò è che non solo i candidati conosceranno meglio il proprio pubblico di riferimento, in un contesto in cui si è parlato per tanto tempo di un pericoloso “scollamento” tra la classe politica e la propria “base”, ovvero gli elettori, ma anche che migliorerà il rapporto reciproco tra le parti.

Possiamo a questo punto azzardare una previsione, sostenendo che grazie all’Intelligenza Artificiale è probabile che giunga a compimento quel processo di “deistituzionalizzazione” della politica che già è stato profetizzato a seguito della crescente importanza dei nuovi media (sito web, blog e social in primis) a discapito delle forme di comunicazione tradizionali.

Pertanto, se da una parte si assiste in una crescita di sfiducia e/o disinteresse da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni, che spesso si traduce in un calo della partecipazione elettorale, fenomeno pericolosamente evidente soprattutto tra i giovani, dall’altra emerge sempre più un ruolo maggiormente attivo del candidato e del suo staff nel cercare di migliorare il proprio rapporto con gli elettori, offrendo contenuti e soluzioni molto più vicine ai loro bisogni.

Ma non è tutto. Utilizzando i big data e le analisi predittive, i politici non solo possono creare contenuti su misura per specifici gruppi demografici, aumentando così l’efficacia della loro comunicazione, ma possono anche ottenere spunti importanti per ottimizzare il processo decisionale.

Ottimizzare il processo decisionale con l’AI

In una relazione pubblicata a febbraio 2024 dal Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera e riguardante il tema del supporto fornito al lavoro parlamentare dall’AI, anche a seguito di un’approfondita analisi conoscitiva durata circa un anno e comprendente anche una missione negli USA, sono stati evidenziati numerosi vantaggi inerenti l’intero processo decisionale che porta alla formulazione e all’approvazione dei provvedimenti parlamentari e delle leggi.

Anzi, all’interno dello stesso documento sono state delineate alcune “tappe” attraverso cui si auspica che gli strumenti di intelligenza artificiale di nuova generazione vengano integrati “all’interno dei processi di lavoro parlamentare a supporto dell’attività dei diversi soggetti, per potenziarne l’efficacia”.

La prima tappa, in particolare, può essere individuata nell’integrazione di tali strumenti nei processi di lavoro interni di predisposizione della documentazione parlamentare per l’istruttoria legislativa e per la verifica delle politiche pubbliche. Il secondo passaggio, invece, sarà quello a supporto del lavoro dei singoli parlamentari, consentendo loro di esercitare più efficacemente le proprie attività, ad esempio, mediante sistemi da utilizzare nell’ambito della predisposizione di un’iniziativa legislativa o di uno strumento di indirizzo o di controllo sul Governo. 

L’ultima tappa, infine, sempre secondo quanto previsto dal lavoro del Comitato, consiste nella “definizione di uno strumento a disposizione del pubblico attraverso il quale i cittadini, attingendo alle risorse parlamentari, possano ricercare e approfondire – semplicemente e con linguaggio naturale – i temi di loro maggiore interesse e l’attività dei singoli parlamentari su specifici temi in modo più rapido ed intuitivo”.

Insomma, quello che si sta delineando è un vero e proprio quadro di Democrazia 4.0 in cui il processo decisionale risulta perfezionato e supportato da sistemi algoritmici e applicazioni di IA.  Anche in questo caso, però, c’è il rischio che i cittadini possano iniziare a fidarsi più dell’algoritmo che del legislatore in carne ed ossa. 

Uno studio condotto dal 2019 dall’Università Spagnola ha, ad esempio, rilevato che il 30% dell’elettorato sarebbe favorevole a sostituire i propri rappresentanti con macchine di IA13. 

Una cosa simile, e forse ancora più sconcertante, è quella avvenuta in Giappone, in occasione delle elezioni dell’aprile 2018 in un un distretto della città di Tokyo con oltre 150.000 abitanti, in cui, per la prima volta, un chatbot si è presentato in veste di candidato e, sorprendentemente, è stato il terzo votato, con oltre 4.000 preferenze. 

Tra i punti in programma di Michihito Matsuda, questo il nome del chatbot eletto, non solo il dialogo con gli elettori e il contrasto alla corruzione, ma anche il fatto che, presentandosi come una macchina, si riteneva privo di conflitti d’interesse e di quelle debolezze emotive degli esseri umani, ritenute causa principale di cattive decisioni. Attualmente, Matsuda è tra le file dell’opposizione e diffonde opinioni sulla politica interna ed internazionale dai suoi account social, dove ha circa 4.000 follower da tutto il mondo.

Aldilà del valore suggestivo, esperienze di questo tipo non devono però far pensare che l’AI potrebbe un giorno sostituire in toto candidati e politici. Questo è quello che la filosofa Hannah Arendt nel suo saggio incompiuto “Che cos’è la politica?” (1993) definisce come un vero e proprio pregiudizio riguardo la vita politica, ancora più pericoloso delle paure per le quali è nato poiché “gettano via il bambino con l’acqua sporca, confondono con la politica ciò che alla politica porrebbe fine, e presentano quella che sarebbe una catastrofe come se fosse insita nella natura delle cose, e dunque ineluttabile”.

Intelligenza Artificiale generativa

L’intelligenza Artificiale generativa è una tecnologia che consente di creare contenuti audio, video e testuali artificiali, ma quasi del tutto indistinguibili da quelli prodotti da esseri umani. 

Strumenti di questo tipo sono stati impiegati da Donald Trump in occasione delle ultime elezioni allo scopo di creare contenuti satirici o propagandistici, come nel caso del già citato endorsement della cantante Taylor Swift, prontamente smentito dalla stessa.

Sebbene queste pratiche nascondano il rischio di generare disinformazione allo scopo di influenzare a proprio favore l’elettorato, è anche vero che quando usate in modo virtuoso possono anche servire a favorire una maggiore creatività all’interno delle campagne.

I video, gli audio e le immagini prodotte con l’AI, quando non sono creati a scopo di manipolazione, possono, a tutti gli effetti, essere considerati come la naturale evoluzione dei meme in campagna elettorale.

Da grandi sostenitori dell’uso della gamificationin campagna elettorale, ovvero dell’uso del “gioco”, soprattutto di tipo virtuale, allo scopo di ingaggiare, fidelizzare e gratificare il target con l’obiettivo ultimo di “ricucire quel debole legame tra governanti e governati, creando una nuova dimensione di contatto e relazione”, non possiamo che dichiararci entusiasti delle nuove opportunità che l’impiego degli strumenti di AI potrebbero avere proprio in questo campo.

Si potrebbe pensare, ad esempio, all’introduzione di chatbot per WhatsApp o Facebook Messenger, i quali possano utilizzare la gamification per coinvolgere i cittadini nel dibattito politico, proponendo ad esempio sfide giornaliere o settimanali su temi politici o sociali. 

Del resto, alcune campagne hanno già visto l’utilizzo di app gamificate attraverso cui i sostenitori venivano invitati a mobilitare amici e conoscenti a votare, utilizzando un sistema di punti e ricompense. Tali strumenti, oltre a favorire la mobilitazione, possono essere utilizzati anche per raccogliere altri dati demografici e comportamentali e giungere così ad un’analisi ancora più accurata.

Ma c’è di più. Il connubio tra AI e gaming potrebbe davvero raggiungere un suo massimo aggiungendo un altro elemento: la Realtà Aumentata. Questo potrebbe dare il via a vere e proprie simulazioni dell’applicazione delle diverse politiche proposte dai candidati in modo da far comprendere, in modo davvero efficace e pervasivo, quale potrebbe essere l’impatto del voto di cittadini su diversi aspetti della vita sociale ed economica.

In generale, quindi, l’uso congiunto di AI e gamification in politica potrebbe offrire nuove modalità per coinvolgere i cittadini, educarli sui temi politici e mobilitarli verso la partecipazione attiva, sfruttando l’interattività e la personalizzazione rese possibili grazie anche all’AR. 

Simulazioni di realtà aumentata, chatbot interattivi e algoritmi previsionali potrebbero, di fatto, trasformare le campagne elettorali in esperienze davvero istruttive e coinvolgenti per gli stessi elettori! Supponiamo, quindi, che in un futuro non lontano, tutto questo contribuirà a trasformare radicalmente anche la comunicazione politica, dando il via a  nuove strategie volte principalmente a coinvolgere gli elettori e a renderli maggiormente partecipi del processo decisionale

Conclusioni

In questo articolo ti abbiamo fornito una panoramica chiara di come l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il modo in cui vengono condotte le campagne elettorali e, in ultima analisi, la comunicazione politica.

Questo avviene soprattutto perché l’analisi dei dati ottenuta tramite gli algoritmi di machine learning permette di comprendere a fondo le esigenze e le preoccupazioni degli elettori, consentendo ai candidati di elaborare programmi e messaggi più mirati. 

Conseguenze dirette di tutto ciò sono la personalizzazione dei contenuti attraverso strumenti come il microtargeting, il rafforzamento dell’interazione tra candidato ed elettori e, ultima ma non per importanza, l’automazione di alcune attività, come l’acquisto di spazi pubblicitari, i quali amplificano, poi, di fatto l’efficacia della comunicazione e migliorano il coinvolgimento degli elettori.

Inoltre, l’AI può contribuire a una migliore gestione della reputazione online e a una risposta più rapida alle crisi, grazie al monitoraggio costante dell’opinione pubblica e all’analisi dei sentiment.

Tuttavia, l’utilizzo dell’AI in politica non è privo di rischi. La profilazione degli elettori e la personalizzazione dei messaggi possono portare a una manipolazione dell’opinione pubblica. È fondamentale, quindi, che l’utilizzo di queste tecnologie sia accompagnato da una regolamentazione adeguata che tuteli la privacy e garantisca la trasparenza delle campagne elettorali.

Per concludere, possiamo senza dubbio affermare che saper padroneggiare questi strumenti è, sicuramente, oggi uno dei tasselli fondamentali del bagaglio di esperienza di un candidato perfetto, o almeno del suo staff. Qualora, pertanto, volessi ottenere adeguata formazione e supporto in questo campo, non esitare a contattarci!